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Santità quotidiana e aspirazione alla grandezza : il messaggio di Papa Leone per i giovani ( e forse anche per i meno giovani)


Nella XVIII domenica del Tempo Ordinario, mentre la comunità cristiana si ritrova per meditare sul Vangelo. Papa Leone ha fatto risuonare con particolare forza l'invito di Papa Francesco rivolto ai giovani durante la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona: «Aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno». Un'esortazione che, oltre a parlare al cuore dei ragazzi, interpella ogni credente, invitandolo a ripensare la propria vita alla luce della speranza cristiana.

Il contesto: inquietudine come segno di vita

Nel suo discorso, il Papa sottolinea che ogni persona è chiamata a confrontarsi con grandi domande, quelle che non trovano risposta immediata ma aprono a un vero "viaggio interiore":

"Non allarmiamoci se ci troviamo interiormente assetati, inquieti, incompiuti, desiderosi di senso e di futuro […]. Non siamo malati, siamo vivi".

L'inquietudine, dunque, non è un difetto da reprimere, ma un segno di vitalità spirituale. È la molla che spinge a cercare il senso profondo dell'esistenza e a non fermarsi alla superficie delle cose. Questo punto è centrale anche nella liturgia di oggi, che mette in guardia contro l'illusione delle ricchezze terrene: la vita non consiste nell'accumulare beni, ma nell'essere ricchi davanti a Dio.


L'analisi delle parole del Papa ci porta a riflettere su un concetto di santità lontano da ogni idealizzazione irraggiungibile. La santità non è riservata a pochi eroi della fede, ma si coltiva nella vita ordinaria, come dimostrano le figure di Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, modelli di una spiritualità giovane, gioiosa e concreta.

Il messaggio può essere sintetizzato in alcune linee operative per i credenti di oggi:

  1. Coltivare la relazione con Dio – La preghiera, l'adorazione e la partecipazione all'Eucaristia sono strumenti per radicare la vita in Cristo e discernere le scelte quotidiane.

  2. Vivere relazioni autentiche – Aspirare a "cose grandi" significa anche creare legami di fraternità, uscire dall'individualismo e riconoscere il volto di Cristo nel prossimo.

  3. Impegnarsi per il bene comune – Non si tratta di ricercare gloria personale, ma di contribuire a una società più giusta, solidale e umana, come ricordava anche San Giovanni Paolo II.

  4. Superare la mediocrità spirituale – Il cristiano è chiamato a non fermarsi alla comodità di una fede tiepida, ma a scegliere percorsi esigenti che portano a crescere nella carità.


Il richiamo a "non accontentarsi di meno" assume un significato particolare in un'epoca segnata da incertezze, crisi sociali e fragilità esistenziali. Tor Vergata, simbolicamente evocata in questa domenica, è un luogo di giovani, di studio e di vita cittadina: proprio lì, tra aule universitarie e impegni quotidiani, si può vivere la sfida della santità. Una tesi scritta con integrità, una parola di sostegno a un amico in difficoltà, un servizio offerto con gratuità: sono questi i gesti in cui la grandezza evangelica prende forma.


Il discorso del Papa, inserito nella cornice liturgica della XVIII domenica del Tempo Ordinario, non si limita a un incoraggiamento emotivo. È un vero progetto di vita cristiana, che propone un equilibrio tra contemplazione e azione, tra sete di infinito e impegno concreto nel mondo. Aspirare a cose grandi significa riconoscere che la santità non è evasione, ma radicamento nella realtà, trasfigurata dalla luce del Vangelo.

Chi accoglie questa sfida scoprirà che la vera ricchezza non si misura in beni o successi, ma in giorni vissuti con intensità e donati agli altri. È questa la rivoluzione silenziosa che può rendere la società più fraterna e l'anima più viva

Marco Baratto.

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