Nel silenzio austero delle sale vaticane, si sta lentamente preparando un terreno di gioco inedito, quasi sacro. L'Ucraina, stremata da oltre due anni di guerra, insiste per un faccia a faccia tra Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin.
L'ultimo round negoziale a Istanbul ha rimesso in moto la speranza — mai del tutto spenta — che la fine del conflitto possa passare da un colloquio diretto tra i due leader. "Putin è l'unico che decide in Russia", ha ricordato una fonte diplomatica ucraina all'Afp. E se è vero che solo lui può porre fine all'aggressione, allora Zelensky è pronto a giocarsi tutto in un confronto personale. Ma dove? E sotto quale arbitraggio?
Per comprendere il senso di questa dinamica, vale la pena ricorrere a una metafora sportiva: quella del tennis, uno sport che più di altri richiama il faccia a faccia, il rispetto delle regole, l'importanza dell'arbitro, e la necessità di un campo neutrale e definito. continua
L'ultimo round negoziale a Istanbul ha rimesso in moto la speranza — mai del tutto spenta — che la fine del conflitto possa passare da un colloquio diretto tra i due leader. "Putin è l'unico che decide in Russia", ha ricordato una fonte diplomatica ucraina all'Afp. E se è vero che solo lui può porre fine all'aggressione, allora Zelensky è pronto a giocarsi tutto in un confronto personale. Ma dove? E sotto quale arbitraggio?
Per comprendere il senso di questa dinamica, vale la pena ricorrere a una metafora sportiva: quella del tennis, uno sport che più di altri richiama il faccia a faccia, il rispetto delle regole, l'importanza dell'arbitro, e la necessità di un campo neutrale e definito. continua
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